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Bisacquino

  

Le origini di questo piccolo paesino di circa 5.000 anime, posto a 655 m.s.l.m. sono avvolte nelle nebbie dei secoli. 
                                            (Torre campanaria - chiesa Madre)


Dalla vicinanza di Entella e dal ritrovamento di manufatti Elimi sul monte che lo sovrasta (monte Triona), gli sono state attribuite addirittura origini mitiche tanto da imputare la sua fondazione ai Troiani. L'etimologia del nome rimane tuttora incerta. Alcuni studiosi gli attribuiscono origine latina " BIS-AQUA " cioè ricca di acqua, altri origine araba " BU-SEKIN " padre del coltello (,والد السكين) altri ancora " BU-ISAAK " cioè padre di Isacco (والد إسحاق) o padre del puro. 

(Mascherone - Piazza Triona)
Per la presenza di famiglie illustri come i La Placa, Tortorici, Bona ecc, gli fu attribuito il nome di " Nobilis Universitas ".

(Santo Calvario della Pace - 1833)

La salubrità del luogo, la dolcezza delle acque, i profumi delle diverse stagioni che a Bisacquino sembrano avere un odor proprio, rendono questo paesino unico nel suo genere; sia per la presenza di opere architettoniche uniche in tutta Italia, sia per le sue numerose tradizioni che attraggono annualmente sempre più visitatori. 

(Prospetto Chiesa Madre - Piazza Triona)


Paese ricco di pregevolissimi monumenti, meritano di essere visitati: la chiesa Madre (1758) sita in piazza Triona dedicata a S. Giovanni Battista, la facciata settecentesca e la torre campanaria in stile Rococò la rendono elegante e maestosa. Il sagrato, in acciottolato policromo, su cui si affaccia l’attuale struttura rappresenta la planimetria della primitiva chiesa Madre (sec. XVI) successivamente abbattuta per i continui allagamenti, e di cui sono visibili oggi i resti: abside e presbiterio. La cupola che sormonta l’intera struttura fu realizzata nel 1925, grazie all’interessamento del servo di Dio, Mons. Giovanni Bacile. L'interno è ricco di stucchi dorati di pregevolissima fattura, attribuiti a Giacomo Serpotta. Inoltre sono presenti: la maestosa “ vara del SS. Crocifisso (baldacchino ligneo), scolpito nel 1792 dal bisacquinese Giuseppe Bellacera; una "sedia gestatoria" in legno dorato, adorna di sculture e di finissime pitture in stile Rococò; una grande tela posta sull’altare maggiore, raffigurante la ''Madonna del Paradiso" di Giuseppe Martorana  (1717); l’urna del Cristo Morto opera di artigiani locali (sec. XIX).

( Cappela Madonna di Trapani - c/da S. Ciro)

Unico in Europa per la sua singolare forma triangolare, è il campanile della chiesa di S. Francesco D'Assisi (sec. XVI). Altre chiese di pregevolissima fattura sono: la chiesa Maria SS. del Rosario (sec. XV), la cappella della Madonna di Trapani (sec. XIX), di pianta ottagonale ed il campanile della chiesa di S. Maria di Gesu' (sec. XX) opera del valente bisacquinese Alberto Guarino; poi la chiesa della Madonna del Carmine (sec. XVI), con una pregevolissima tela dell'Annunciazione (1851); la chiesa del Santo Calvario della Pace (sec. XIX) dove viene custodita un frammento della Santa Croce, e dove ogni anno si tiene la commovente celebrazione della crocifissione, con in sottofondo “Li lamentanze”, antichissimi canti popolari bisacquinesi in siciliano.

( Venerdì Santo )

Il santuario della Madonna del Balzo (sec. XVII) sorge su di un dirupo (balzo) del monte Triona, a 950 m.s.l.m. Continua meta di pellegrinaggio dei paesi limitrofi e non, dal suo spiazzo si può osservare una veduta meravigliosa. L’attuale bassorilievo di Maria SS. del Balzo, sostituì l’icona miracolosa che fu scoperta da due pastorelli bisacquinesi e che per ragioni misteriose venne murata dietro l’attuale bassorilievo.

(Santuario Maria SS. del Balzo)


Da visitare poi il Museo dell'Orologio di Corso Umberto I della famiglia Scibetta, il Museo Demoetnoantropologico che si trova all’interno dell’antico convento dei Cappuccini e che oltre a custodire manufatti della vita contadina e dell'artigianato locale, conserva importanti ritrovamenti archeologici greco-punici del V-IV secolo a.C. rinvenuti sul monte Triona dove vuole la leggenda, sorgesse una città costruita dai troiani. Questa teoria è sempre stata portata avanti anche dalla vicinanza della rocca di Entella. La Biblioteca Comunale, eretta nel 1965 da Giuseppe Genovese conserva tre incunaboli, opere del ‘500, testi dei secoli XVII e XVIII, ed una preziosa edizione di Galeno della quale esiste soltanto un'altra copia conservata al British Museum di Londra.


 

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