Comincia così...
Il 1986 rappresenta una data fondamentale per ciò che riguarda la storia del Carnevale a Bisacquinese in quanto è proprio in quell'anno che si trovano i primi gruppi in maschera impegnati nella realizzazione di carri: si tratta ancora di carri rudimentali e i loro nomi ( Il Bruco, I Visitors, Le Baccanti) ci danno l'idea, appunto, di gruppi e non l'identità propria del carro.
E' nel 1987 che si svolge la prima vera e propria sfilata di carri allegorici: essi presentano una lavorazione "artigianale", sono frutto di materiali "poveri" ma gia presentano "allegorie" ossia rappresentazione parodistica e simbolica di situazioni e personaggi reali. Vince "King Kong" ma fa epoca "L'Arca di Noè", addirittura fornita di animali veri.
Il 1988 vede la partecipazione di numerosi carri e ancor più della popolazione che apprezza molto la novità: a vincere è "Cuncittina e lu sò gatto" mentre alle piazze d'onore vanno "La Corrida" e "Acqua Asciutta", satira quest'ultima dei problemi idrici di Bisacquino.
Nel 1989 trionfa " Il mondo di Walt Disney", carro ricco di fantasia ma soprattutto di movimenti, che prevale su un numero di carri ancora crescente. E' anche l'anno in cui va a fuoco il carro "Arlecchino", uno dei casi più celebri del Carnevale Bisacquinese.
L'anno 1990 il primo posto viene assegnato dopo un ballottaggio tra il "Treno di Carnevale" e "Braccio di Ferro", arrivati a pari punti: la spunta il primo ma sono numerose le polemiche, che coinvolgono anche il carro "Pinocchio 2000" al quale viene assegnato il quarto posto.
La guerra in Iraq, iniziata nell'agosto del '90, inpone l'annullamento della sfilata del '91 proprio per l'atmosfera tutt'altro che festosa creata dal contesto internazionale. Anche il 1992 manca della sfilata dei carri:: ci sono soltanto gruppi in maschera che girano per i vari circoli in una gara che si conclude con la vittoria degli "Strumenti musicali".
Nel 1993 si torna a fare i carri e la vittoria va al "Carretto di Bisacquino", satira comunale, ma la novità è rappresentata dal fatto che a realizzare i carri sono soprattutto gruppi di giovanissimi, invertendo così la tendenza di fine anni '80 che avevano visto i carri costruiti in maggioranza da gruppi adulti o da ragazzi abbastanza grandi.
Il 1994 è una data spartiacque: non c'è la sfilata (il comune è commissariato) e alcuni giovani inscenano la "Morte del Carnevale", un corteo di protesta in cui un "Tabutu"(cassa di morto) viene portato in giro a figurare la morte del divertimento.
Nascono vari gruppi di "carristi", nascono rivalità a tutto benificio della competizione, nascono innumerevoli polemiche scatenate dall'esito delle votazioni ma lo spirito dei carri si afferma, magari troppo, considerato che molti imputano ad esso l'impoverimento del ballo nei circoli. Vincono, nell'ordine: "La Carrozza di Carnevale", "Busacchinu 'na grasta un jardinu", "Biancaneve e i sette nani", "Il drago Oppressore", "La Macchina del progresso", "Circo Italia", "Il Grande Fratello- Filippo sei stato nominato", "Acchiappa acchiappa ca u romanu ti scappa", " A Carnilivari, ogni guaio t'ha scurdari","www.Soffiamiilnaso.it", "Zoccu si un si capisci, un si nè carni e nè pisci", " Un viaggio lungo un sogno", "U codici pi Vinciri", "Cinciullì, cinciuccà e un paisi si sfascià", "Le stagioni dei tagli", "Angel & Devil", "L'armata BrancaSilvione" ; carri caratterizzati, come del resto anche tutti gli altri, dalla ricerca di un perfezionamento al quale si potrà ambire continuando su questa strada.
L'altra faccia del Carnevale, quella più palese, quella raccontata attorno ai tavoli dei circoli o che si legge nella nostalgia di un tempo passato, è quella dei piccoli episodi che, pur all'apparenza insignificanti, rappresentano la storia che passa di bocca in bocca, forse con qualche esagerazione ma soprattutto cariche di passato.
Quando infatti si parla di Carnevale, la gente non può fare a meno di citare il carro "King Kong" a cui sono associati diversi episodi. Durante la costruzione, infatti, il gruppo costruttore, per rendere più realistica la tipica connotazione scimmiesca del soggetto, girò per i parrucchieri e i barbieri di Bisacquino alla ricerca di avanzi dei tagli di capelli ai quali, non sufficienti a coprire l'enorme gorilla, fu associata della lana di pecora. Nel corso della sfilata, "King Kong" fu vittima di una decapitazione dovuta alla non considerazione delle misure.
Lo stesso anno fece storia "L'Arca di Noè". L'enorme arca del diluvio fu costruita interamente con canne secche, cosa ancor più caratterizzante, fu che era popolata da veri animali. Dalla prua spiccava la figura di una donna cha a seno nudo allattava il suo bambino. A rappresentarla era il sig. Vincenzo Maniscalco detto 'u zu Vincenzu Pitruzza', che con un seno finto e una bambola interpretava con fantasia la moglie di Noè. L'aneddoto associato all'Arca riguarda due montoni che, alla fine della sfilata, riportati ai legittimi proprietari, fatti scendere contemporaneamente furono protagonisti di uno scontro testa a testa: il montone più piccolo, vittima dello scontro, da protagonista della sfilata passa sulla brace e diventa protagonista dei festeggiamenti. Nel 1988 "Dudu la diligenza più pazza del West" sfilò per le vie del paese con l'orgoglio dei costruttori incosapevoli che a Bisacquino si era diffusa la voce che il carro era stato portato da Bivona già pronto.
Un episodio triste nella memoria dei bisacquinesi è legato al carro "Arlecchino". Il carro andò accidentalmente a fuoco giorni prima della sfilata ma i costruttori sconsolati, nonostante fossero stati esclusi, parteciparono ugualmente. Il sig. Pino Mancuso fece mettere i resti del carro sul furgone e i ragazzi commossi vennero accolti dagli applausi della gente.
Il primo carro che rappresentò parodisticamente la figura di un sindaco fu "Lo squalo": il soggetto era il sindaco Giacomo Giangrosso la cui faccia venne tecnicamente costruita con il gesso. Il '90 fu un anno ricco di polemiche: è l'anno dell'unico ballottaggio della storia del Carnevale. Al 1996 risale il primo inno musicale realizzato dai ragazzi del carro "Busacchino 'na grasta un jardinu". Infine, al 2000 risale la costruzione del primo carro dello "Zuppiddu", istituito lo stesso anno informalmente "maschera paesana", che solo nell'edizione 2003 diventerà da regolamento carro comunale apripista.
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