Nella seconda metà del’800 il carnevale aveva raggiunto
l’attuale assetto in termini di durata temporale, scanditi da quattro giovedì.
Il primo giovedì che contrassegnava la prima settimana era
denominata “Lu Jovidi di li vicini” in quanto, il vicinato si invitava a
vicenda.
Il secondo giovedì era denominato “Jovidi di li parenti”.
Il terzo era “Lu
Jovidi di li cummari” mentre il quarto era “Lu Jovidi Grassu” in cui i
murifabbri invitavano i manovali, i fabbroferrai, sarti, calzolai etc,
invitavano i “Picciotti”; i Borgesi i “Garzuna”.
Tradizione vuole che un noto personaggio bisacquinese
chiamato “Zuppiddu”, ammonisse i paesani invitandoli a mangiarsi l’uovo in
quanto se non l’avessero fatto avrebbero rischiato la caduta del membro
maschile, da li il famoso detto “ Pu venniri du Zuppiddu o ti manci l’ovu o ti
cadi u griddu!”. Il grillo rappresenta la virilità.
La maschera dello Zuppiddu è stata introdotta ufficialmente
nel 2003.
Oggi il carro dello Zuppiddu, dal 2008 sfila il venerdì, per le vie del paese accompagnato dai bambini delle scuole elementari,
donando uova bollite agli spettatori e ai passanti.
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